Fantasy Book
la collana specifica dedicata ai fantasy
Sangue di drago
Aristide Bergamasco
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![]() Sangue di Drago è un romanzo fantasy ricco di richiami storici, in particolare di attinenza celtica. Intreccia aspetti folkloristici e mitologici d’origine nordica con il culto universale della Dea Madre. Sono mescolati ad aspetti fantasiosi, fra cui creature come Fate, Troll, Gnomi, Draghi ed altre di nuova invenzione, reali elementi storico medioevali, con predilezione per l’ambientazione gotica.
I dettagli della vita quotidiana rispecchiano infatti la realtà dell’epoca; particolare attenzione è stata prestata alla caratterizzazione del popolano, del nobile, del druido, del cavaliere e della figura femminile.
Il calendario che scandisce il tempo della narrazione rispecchia quello celtico e i suoi riferimento mitologici e astronomici, le sue credenze e superstizioni. Sono inoltre integrati nel racconto elementi reali, come le sepolture tombali e alcuni reperti artistici e archeologici iconici per il mondo celtico (ad es. il calderone di Gundestrup, le città/culture di La Tène, Hallstatt).
Nel romanzo emerge il confronto fra gli adepti della Grande Madre, pacifici, istruiti nelle arti e nelle scienze, orgogliosamente seclusi nella loro città e la stirpe discendente dai conquistatori che in epoche mitologiche soppiantarono la benevola Dea con le proprie divinità guerriere. Il risultato è un mondo bellicoso, maschilista, frammentato proprio nel momento in cui l’unità sarebbe indispensabile a garantirne la sopravvivenza, cioè di fronte ad un’imminente invasione nemica.
Il culto protostorico della Dea Madre, che si sta prepotentemente imponendo all’attenzione non solo degli storici, ma anche del grande pubblico, è interpretato sulla base degli studi di Marja Gimbutas e Robert Graves e integrato radicalmente nel racconto nella sua contrapposizione al pantheon maschile. Invenzione del romanzo è quella di collocare il centro del culto nella mitologica isola di Avalon, descritta anch’essa in base a ricostruzioni storiche e narrazioni della tradizione nei suoi elementi fondamentali: il monte Tor, le due fonti Bianca e Rossa, le mele, le nebbie perenni che la separano dal mondo esterno.
Gli eroi del romanzo sono proprio una sacerdotessa della Dea e un potente druido, che condividono un complicato passato e che si trovano a combattere la stessa battaglia da due prospettive diverse; un cavaliere impegnato nella sua Cerca, una spada magica che, contrariamente a ciò che il lettore inizialmente viene portato a credere, non sarà l’arma risolutrice, tanto che verrà sottratta con l’inganno subito prima dello scontro finale.
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